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Escher e Nicola Pinna sul traguardo del Premio Sant'Ambrogio (Foto Dena - Snaitech)
Escher, la scelta giusta
28 Ottobre 2018

Domenica da San Siro con sei corse ricche di partenti e di difficile lettura. Non faceva eccezione il Premio Sant’Ambrogio, la maiden sui 1200 metri in pista dritta riservata a cavalli di 2 anni che costituiva la moneta più ricca del pomeriggio. Al terzo tentativo, ha centrato la prima vittoria Escher, ripagando la scelta di Bruno Grizzetti di portarlo in dirittura dopo i tentativi in pista media nei quali comunque aveva fatto vedere qualche sprazzo interessante: veloce dalla gabbia esterna e subito in prima linea, il figlio di Poet’s Voice è passato ai 500 finali, e a quel punto Nicola Pinna è andato a “cercare” Jeeg Robot arroccato allo steccato così da dare un appoggio al suo allievo, ancora un pò verde: i due hanno allungato nei 300 finali, con Escher che ha mantenuto sempre una mezza lunghezza di vantaggio sul rivale che ha concluso al secondo posto su Aravasa, in bel recupero conclusivo, e Spietata.

Intitolata al glorioso Lucchesi la prova di apertura che aveva per protagonisti i cavalieri e le amazzoni in un handicap sui 1400 metri in pista dritta: sul gradito terreno pesante, Mikamine è rientrata così come aveva chiuso la campagna varesina a fine agosto, ovvero con una vittoria: con in sella la proprietaria Danila Cherio, la cavalla allenata da Eugenio Goldin ai 400 finali si è lanciata all’inseguimento di Recife e You’re Serious e nel finale è passata di slancio su Recife, che intanto si era sbarazzato di You’re Serious, poi rimontato per il terzo posto da Larmor.

Secondo centro del pomeriggio per Eugenio Goldin in veste di trainer nel Premio Scalino, handicap sui 2400 metri in pista circolare, grazie a Faradays Spark, che sembra aver trovato la sua dimensione da quando è stato portato su distanze più lunghe: il portacolori della scuderia Daytona con Ivan Rossi in sella ha centrato la seconda vittoria nelle ultime tre uscite, venendo nelle ultime battute a pizzicare Meantime, oggi impiegato in una generosa gara d’avanguardia “stroncata” soltanto in zona traguardo dalla  rincorsa del vincitore. Terzo posto per Vitality, un modello di regolarità, che con la solita progressione finale ha centrato l’ennesimo piazzamento terminando a ridosso dei primi due e davanti a Paris Dany, tornato bene dopo un aver avuto un momento di incertezza al termine della piegata finale.

Seconda vittoria in carriera per l’ospite Macho Wind nel Premio Naviglio Grande, l’handicap per cavalli di 3 anni sui 1000 metri: con in sella Mariolino Esposito, il portacolori del signor Massimiliano Buccini allenato da Antonio Peraino ha subito recuperato ad un avvio non brillantissimo lungo lo steccato portandosi in seconda posizione per passare prepotente ai 250 finali e allungare in bello stile. Sopran Atena, leader dal via, non è riuscita a replicare all’allungo del vincitore ma ha conservato il secondo posto dal finale di Texas Cactus.

A conferma dell’eccellente momento di forma della scuderia di Lucia Lupinacci, è arrivato il successo di Fireion nel Premio Oglio, l’handicap sui 1200 metri in pista dritta per cavalli di 3 anni e oltre valido come intricatissima II Tris: il portacolori della scuderia dell’Elfo con in sella Claudio Colombi si è imposto con grande autorità, galoppando costantemente a centro pista per superare già ai 400 finali il labile battistrada Lohit, allungare sicuro e sottrarsi alla rincorsa di Gordon Gekko, mentre per il terzo posto Munfarrid ha regolato Stealth Mode.

Chiusura con il Premio Inveruno, handicap sui 1800 metri in pista circolare per cavalli di tre anni che avevano fatto vedere poco. C’era aria di grosse sorprese, vista la scarsa qualità dei partecipanti e le linee “impalpabili”, e infatti è arrivata l’affermazione dell’outsider Rocolett: il portacolori della signora Caterina Mura, per il training di Natalino Urracci e la monta di Andrea Deias, nel finale è venuto a rimontare all’interno Poles Apart, piuttosto scomposta una volta passata in vantaggio ai 200 finali. Terza Milady Naia e quarto uno sfortunato Worst Enemy, piuttosto sacrificato nelle battute finali dall’ondeggiamento dei primi due classificati.