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Con il "pesino", Malpaga domina il Premio Madonnina HP (Foto Dena - Snaitech)
Malpaga, che volo!
19 Ottobre 2019

Un bel sabato di corse a San Siro, degna vigilia del convegno di gala della domenica incentrato su Jockey Club. Da vedere due HP, con precedenza per il Premio Madonnina, la prova sui 1800 metri in pista grande per femmine di 3 anni e oltre, che era anche la prova di maggior dotazione. Ha vinto, a sorpresa ma con merito, la 3 anni Malpaga: fresca di vittoria in maiden, la portacolori dell’Azienda Agricola San Felice ha confermato di essere in crescita esponenziale e si è scoperta “volante” sul terreno pesante. La prova ha visto Boule de Noel guidare la compagnia a ritmo regolare, seguita da Spietata che in retta ha spostato e ha affiancato la battistrada temporeggiando e dando l’impressione di essere in totale controllo: sull’avanzata di Cima Fire, Sergio Urru ha rotto gli indugi e la portacolori della scuderia Umberto è passata ma non ha staccato mentre a centro pista producevano i loro sforzi Santa Rita e ancora più al largo Malpaga: con Mario Sanna in sella, sfruttando al meglio il pesino, la figlia di Ramonti ha prodotto le battute migliori recuperando tantissimo nei 250 finali e travolgendo le rivali nelle ultime battute. Santa Rita ha ripetuto lo standard di Capannelle, Spietata è un pò mancata ma evidentemente i chili si sono fatti sentire sul terreno, e il discorso vale anche per Cima Fire che ha concluso quarta a ridosso.

Marco Gasparini ha un feeling particolare con il Premio Fiume HP: dopo averlo vinto negli anni recenti con City of Stars (2016 e 2017), stavolta ha tirato fuori dal suo cilindro di “mago delle periziate” Harlem Shake, che a 8 anni suonati ha centrato la prima vittoria sui caratteristici 1400 metri in dirittura di San Siro. In sella al portacolori della signora Francesca Turri (insolitamente veloce al via, anche se in realtà lo aveva già fatto in occasione della vittoria del 30 giugno) un “freddo” Dario Di Tocco: il giovane jockey pisano ha temporeggiato il più possibile, prima alle spalle del battistrada Baffonero, poi ancora ai 400 finali, quando Harlem è passato in vantaggio quasi d’inerzia e ha ricevuto l’attacco all’interno di Arboc de L’Alguer. Una volta richiesto, Harlem ha risposto benissimo, ha allungato e non si è fatto minacciare vincendo nettamente. Lord of Rome ha provato a replicare il successo dello scorso anno piazzando un gran finale di corsa a centro pista, ma il vincitore si è mantenuto fuori portata e il Lord stavolta si è dovuto accontentare del secondo posto, battendo Arboc de L’Alguer generoso lungo lo steccato. Sun Devil è rimasto quarto a contatto dopo aver corso costantemente sui primi, davanti ad Anacleto, Trasporter e Cracking Art.

Bruno Grizzetti sta facendo un ottimo lavoro con i puledri in questa stagione: nel Criterium Ambrosiano, la condizionata sui 1000 metri in pista dritta che ha aperto la riunione, il trainer varesino ha addirittura piazzato l’uno-due con Agiato e Travelling Well: i due, in prima linea sin dal via, si sono staccati disputandosi la vittoria nei 300 finali, e nelle ultime battute il figlio di Bated Breath, che veste la giubba del Grizzly ed era montato da Fabio Branca, ha piegato il compagno di box superando bene l’esame con la distanza minima e il terreno pesante. Travelling Well, velocissimo come di consueto, si è confermato perfetto per i 1000 metri inchinandosi ad un rivale oggi andato più forte. Gli altri sono usciti dai giochi sull’accelerazione ai 300 finali, con Lakshman che a lunghezze ha concluso al terzo posto su Play The Break.

Nel Premio Avert, l’handicap sui 1400 metri in pista circolare per cavalli di 3 anni e oltre, le mani sapienti di Dario Vargiu hanno permesso ad Helegant Man di tornare alla vittoria: il jockey sardo ha condotto in un ben scandito coast to coast il cavallo di Marinella Arienti, che in retta è ripartito per prendere vantaggio e controllare Black Canyon e Tekedici, finiti fortissimo nei 200 finali: il cavallo di Federica Tomasini ha salvato una corta testa di vantaggio sul rivale, che è stato impiegato con prudenza (era al primo esame sulla distanza a San Siro) e potrà sicuramente rendere di più ora che ha preso le misure.

Non pago della vittoria ottenuta con Harlem Shake, Dario di Tocco si è prontamente ripetuto con Vami’s Dream nel Premio Dark Horse Sanctuary Sprint, l’handicap sui 1000 metri in pista dritta. L’allievo di Serena Bonfanti ha sfruttato il pesino, correndo nelle prime posizioni a centro pista, allungando ai 200 finali con Soubretta, quindi rimontando la rivale e salvandosi dal finale al largo di tutti di una incisiva Buga de L’Alguer, mentre Soubretta in leggera flessione ha concluso terza.

L’inverno è arrivato ma per King Winnie invece è finito il “letargo”: l’allievo di Ridha Haboubi già all’ultima uscita aveva dato un segnale di ripresa dopo lungo periodo buio, e lo ha confermato in maniera eclatante nel Premio Terzago, l’handicap sui 1800 metri in pista circolare per cavalli di 3 anni e oltre: il portacolori del signor Turcatti ha corso all’attesa come caratteristiche, avanzando in curva con Mario Sanna (al secondo centro del pomeriggio) preoccupato solo a reperire la corsia libera: King Winnie in retta si appoggiato sullo steccato esterno, ai 300 finali ha ingranato la quinta e in poche battute ha volato via Drive Me Home, che intanto era passato in vantaggio ai 400 finali, vincendo comodissimo senza forzare più di tanto. Da quanto si è visto, il vincitore dovrebbe avere almeno un altro colpo in canna. Drive Me Home ha concluso al secondo posto su Red Desert, mentre Olaya de L’Alguer e Carolwood Drive hanno completato i posti utili per il Quintè.