L’ARCHITETTO PAOLO VIETTI VIOLI
L’IPPODROMO DI SAN SIRO

Nel XIX secolo, epoca in cui le attività ippiche sportive prendono la forma attuale, le corse dei cavalli si svolgevano in vari luoghi all’interno della città di Milano. Come già descritto nella prima sezione di questo archivio storico, fu nel 1883 che la Società Lombarda per le corse dei cavalli decise di costruire un ippodromo adeguato alla città scegliendo come ubicazione il borgo di San Siro, da pochi anni annesso al Comune. La struttura ottocentesca fu progettata dall’architetto Giulio Valerio, che realizzò un impianto comprensivo di tribune, ufficio della direzione con portico per il pèsage, sala caffè, spazi di servizio per i fantini, infermeria, scuderie e altri edifici di servizio.
Nel 1911 viene indetto un concorso per la progettazione di un vasto e articolato Centro Ippico a San Siro, che fu possibile realizzare grazie al carattere ancora periferico e non urbanizzato del quartiere.


Le tribune dell’Ippodromo San Siro di Milano (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale del Centro Ippico di San Siro a Milano. Scala 1:8000 (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale del Centro Ippico di San Siro a Milano. (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

L’IPPODROMO DEL GALOPPO

L’ippodromo del Galoppo del 1888 era caratterizzato da un elegante stile liberty privo di eccessi ornamentali e da una netta differenziazione del linguaggio compositivo-architettonico nei diversi edifici, in base alla loro destinazione d’uso, arrivando all’utilizzo delle pareti a graticcio di chiara ispirazione inglese.
Nel 1911 la Società d’Incoraggiamento Razze Equine (S.I.R.E.) decise di rinnovare i propri impianti per renderli più adatti al rapido progredire della passione per questo sport nella città lombarda.
Nello stesso anno Vietti Violi, affiancato dal collega Arrigo Cantoni, partecipa e vince il concorso internazionale per la progettazione e la realizzazione del nuovo Ippodromo del galoppo di Milano. Lo stile delle tribune del primo impianto ottocentesco, caratterizzate da costruzioni semplici, leggere, realizzate in muratura fino al piano delle gradinate e in legno nelle parti superiori protette da tettoie sostenute da esili colonne di ghisa, viene abbandonato in favore di architetture più spaziose e moderne: l’utilizzo dell’allora innovativo calcestruzzo armato permise di realizzare strutture tecnicamente all’avanguardia, come è possibile ancora oggi notare osservando le tribune dal lato della pista, caratterizzate da coperture a forte sbalzo.
Il risultato è un eccellente impianto che segna per Vietti Violi l’inizio di una florida carriera per la progettazione di altri importanti impianti sportivi, in Italia e all’estero.
Del progetto architettonico delle tribune del Galoppo, realizzato e finito negli anni ’20, è conservato in archivio solo un disegno del progetto esecutivo, raffigurante una sezione della tribuna del peso.


Il Vecchio impianto. Il momento del ristoro durante una giornata di corse. (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

Ippodromo del Galoppo San Siro di Milano. Sezione della Tribuna del Pesage. Data: 1916, Scala: 0,04 per 1 metro.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Sono presenti, invece, numerose fotografie, scattate in occasione delle corse nelle quali sono state immortalate le tribune gremite di gente. In questi scatti è ben evidente lo stile eclettico che unisce forme classicheggianti per le colonne del porticato a piano terreno e per le più esili colonnine della soprastante galleria con le forme più slanciate e ardite delle coperture aggettanti in calcestruzzo armato.
Per i fronti prospicenti gli ingressi, invece, viene scelto un linguaggio differente, privilegiando una composizione di elementi architettonici di ispirazione classica: rivestimento a bugnato per il piano terra, logge ariose su pilastri e bow-window incorniciati da lesene ioniche per il primo piano.


Le tribune.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Tra gli anni ’40 e ’50 del Novecento sono state eseguite delle modifiche alle tribune, e di questa fase vi sono alcuni disegni che riportano solo la data, riferita peraltro allo stato dei luoghi più che alla realizzazione del disegno stesso. Si tratta delle piante di tutte le tribune e di tre disegni in elevato della tribuna secondaria, della tribuna del peso e della direzione, della tribuna principale e della sezione trasversale della tribuna secondaria.


Ippodromo del Galoppo San Siro di Milano. Pianta del piano terra della Tribuna secondaria. Data: 1916 – 1945, Scala: 1:100.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Ippodromo del Galoppo San Siro di Milano. Pianta del piano terra della Tribuna Peso e Direzione. Data: 1915 – 1946, Scala: 1:50.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Ippodromo del Galoppo San Siro di Milano. Pianta del piano terra della Tribuna principale. (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro
Ippodromo del Galoppo San Siro di Milano. Sezione trasversale della Tribuna secondaria. Scala: 1:50, Data: 1916 – 1945.
© Archivio Ippodromi di San Siro

L’IPPODROMO DEL TROTTO

Nel 1924 l’architetto Vietti Violi viene incaricato, questa volta direttamente, della progettazione dell’impianto del Trotto.
Anche in questo caso, il materiale conservato nell’archivio è eterogeneo e i documenti che raccontano la struttura sono sia immagini storiche sia disegni successivi alla prima realizzazione: si tratta di viste, generali e particolari, della pista e degli edifici. In una fotografia, datata 1947, si può visualizzare una pianta d’insieme: vi sono tutti gli edifici e le piste di esercizio e di corsa e – se la si confronta con la fotografia presente nella sezione del Galoppo – si vede come in poco più di vent’anni le esigenze siano mutate e sia stato necessario aggiungere nuovi fabbricati.
La fotografia è stata scattata direttamente dall’architetto. Vietti Violi, come si vede dal suo timbro posto sul retro.
Le tribune sono ormai progettate sfruttando appieno le possibilità offerte dal calcestruzzo armato e permettono alla copertura degli spalti un ampio aggetto senza sostegni.


Ippodromo del Trotto San Siro di Milano. Pianta generale. Scala: 1:500, Data: 1947.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Timbro dell’Architetto Paolo Vietti Violi
© Archivio Ippodromi di San Siro

Le tribune e gli spalti.
© Archivio Ippodromi di San Siro

L’IPPODROMO DI MONZA

Due anni dopo l’inaugurazione del nuovo Ippodromo del Galoppo di San Siro, la S.I.R.E. decide di costruirne un secondo a pochi chilometri di distanza all’interno del Parco Reale di Monza, tra le Ville Mirabello e Mirabellino.
Il progetto venne affidato a Vietti Violi, e nel 1925 viene inaugurato l’impianto di 100 ettari che riprendeva lo stile anglosassone, già usato nell’ippodromo ottocentesco e nelle stalle di San Siro, attraverso l’impiego della struttura a graticcio, soluzione adottata anche per alcune pertinenze del rinnovato complesso di San Siro.
Le piste da corsa erano solo due, i posti a sedere 3000 e gli edifici, come dimostrano i disegni conservati al Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, di ispirazione liberty per tribune, ristorante e locali scommesse, vennero realizzati in legno, materiale più informale rispetto al calcestruzzo utilizzato per gli altri impianti e che meglio si adattava al contesto monumentale del Parco di Monza. Presso l’Archivio Storico Civico del Comune di Monza sono conservati molti documenti che descrivono la nascita dell’Ippodromo di Monza e i carteggi preliminari alla concessione delle aree e degli edifici del Parco annessi al nuovo ippodromo. Il Mirabellino divenne un ristorante e all’interno delle vecchie scuderie reali presso la villa Mirabello venne posizionata una stazione per l’allevamento dei purosangue. A Monza venivano disputate corse molto importanti per i dilettanti, i gentlemen rider, e per le prove da ostacoli e, benché fossero poche, erano sempre di alto livello, oltre che considerate un vivace passatempo mondano per l’aristocrazia e l’alta borghesia non solo brianzola. Il 1976 fu l’anno dell’ultima competizione sulle piste di Monza: l’impianto venne chiuso e pochi anni dopo fu colpito da una serie di incendi che distrussero le due tribune in legno, lo chalet e la ricevitoria.

L’ARCHITETTO PAOLO VIETTI VIOLI

L’ingegner architetto Paolo Vietti Violi nasce a Grandson, in Svizzera, nel 1882, ma la sua famiglia proviene dalla Val d’Ossola. Si forma in un ambiente internazionale e studia a Ginevra e a Parigi, dove si laurea in Architettura alla Ècole Nationale Spèciale des Beaux Art e dove risiede, anche dopo il matrimonio con Maria Biraghi Lossetti, fino al 1908. Si dovranno proprio a queste esperienze la sua capacità di relazionarsi con contesti culturali diversi e gli incarichi in molti Paesi del mondo. Nel 1908 si trasferisce a Milano e apre lo studio italiano in cui lavorerà il figlio Emanuele, che nel dopoguerra gestirà l’attività professionale mentre il padre si trova all’estero. Nel 1920, durante la cerimonia di inaugurazione dell’ippodromo di San Siro, viene nominato Cavaliere della Corona d’Italia dal Duca di Aosta.
Nel 1943 un bombardamento distrugge la casa di Milano, lo studio e l’archivio con suoi progetti. Vietti Violi si trova in Turchia e al suo rientro si trasferisce a Vogogna presso villa Biraghi, casa di famiglia della moglie; nel 1946 torna nuovamente in Turchia e ricomincia la sua attività internazionale fino al 1958, anno in cui muore il figlio, quando si stabilisce definitivamente a Vogogna.

Paolo Vietti Violi a Merano, sullo sfondo l’ippodromo.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Paolo Vietti Violi.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Dettagli.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Avvia uno studio con professionisti locali, l’arch. Luigi Visconti e l’arch. Vladimiro Francioli, e riesce a mantenere la committenza internazionale. Muore nel 1965, proprio mentre sta lavorando al progetto dell’ippodromo Parilly di Lione.
Gli studi sull’opera di Vietti Violi sono frammentari a causa della perdita di molta parte del suo archivio. I contributi più importanti sono il volume di Raffaele Calzini pubblicato nella serie “Les Archives internationales. Série des grandes architects” a Ginevra nel 1931 e il volume di Paolo Volorio, “Paolo Vietti Violi – Architettura e sport – Il mondo ossolano di un architetto internazionale, il mondo internazionale di un architetto ossolano”, che è catalogo delle mostre dedicate all’architetto Vietti Violi a Vogogna e a Villadossola nel 2016.


Le opere di Paolo Vietti Violi in Italia e nel mondo.
© Archivio Ippodromi di San Siro
PROGETTI E VIAGGI

Dallo studio dei documenti del Fondo Vietti Violi appare chiaro sin dall’inizio che la vita, le relazioni e il gusto per i viaggi non possano essere distinti dall’opera dell’architetto.
L’aver vinto il concorso per l’Ippodromo di S. Siro ha certamente indirizzato l’attività professionale di Vietti Violi, ma non ne ha limitato le prospettive. Come si vede dalle sezioni tematiche di questo fondo, i progetti internazionali sono numerosi e tra i materiali vi sono due album di fotografie che raccolgono in un unico racconto le foto dei cantieri, dei colleghi, dei rappresentanti delle istituzioni, degli edifici appena terminati, delle città, del patrimonio storico dei paesi che Vietti Violi visita, delle persone che incontra, degli eventi che passeranno alla storia e dei siti per cui progetterà nuove opere.
I percorsi di lettura del materiale sono molteplici, ancor di più in questa sezione, e quindi la scelta di un racconto cronologico è solo una delle possibili.
Tra gli anni ’10 e ’20 Vietti Violi si occupa anche di progetti di abitazioni, soprattutto milanesi, e di architetture non legate al mondo dello sport: i documenti trovati testimoniano una mai interrotta attività di progettazione di edifici privati, pubblici e religiosi che attesta la versatilità progettuale e l’apprezzamento da parte di una committenza colta.


Paolo Vietti Violi in viaggio sopra l’Anatolia. Giugno 1936
© Archivio Ippodromi di San Siro

Negli anni ’30 Vietti Violi è in Turchia e di quegli anni si conservano i progetti per numerosi edifici in diverse città. Ad Ankara, ad esempio, progetta gli impianti sportivi e lo stadio, l’ippodromo, il palazzo del Parlamento, dell’ambasciata italiana di Ankara e il Mausoleo di Ataturk. A Istanbul l’ippodromo, lo stadio Galatasaray, lo stadio Dolmabaçe e altri edifici pubblici; gli vengono poi commissionati numerosi altri centri sportivi e ippodromi in altre città.

L’ambasciata di Sua Maestà il Re d’Italia ad Ankara, Turchia. Prospetto e pianta generale.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale dello stadio Dolmabahce di Istanbul. Scala: 1:2000, Data: 11.10.1939.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Istanbul progetto per l’impianto sportivo Tepe Basi, la prima soluzione.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale a colori del Centro sportivo di Samsun in Turchia. Scala: 1:500.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale a colori dell’Ippodromo e del Centro sportivo di Kutahya Vilayeti in Turchia. Scala 1:1000.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Le immagini di viaggio contenute negli album costituiscono un interessantissimo patrimonio documentale che attesta la consistenza di siti archeologici, ritrae città e paesaggi come oggi non è più possibile vedere, testimonia eventi storici e immortala momenti di lavoro e conviviali dell’architetto Vietti Violi.

Immagini di viaggi.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Negli anni ’40 e ’50 l’attività internazionale si intensifica, con incarichi per impianti sportivi di atletica, stadi, ippodromi, palazzetti dello sport e piscine a Smirne, Manissa, Adana, Samsun, Trabzon, Aydin, Kütahya, Isparta, altre città turche e anche in Yugoslavia, in Polonia, in Francia, in Svizzera negli Stati Uniti e in Sud America . In Italia si ricordano il progetto delle Terme Radioattive di Merano, realizzato con l’Ing. Alberto Bernardi, la proposta del 1947 per la Sistemazione Urbana e Turistica del Lido di Venezia, con tavole che vanno dalla scala urbana al dettaglio dell’edificio in pianta, come nel caso dell’ippodromo.
Gli anni ’50 sono focalizzati sugli impianti sportivi, in varie parti del Mondo, da Cipro agli Stati Uniti.
Negli ultimi anni della sua vita, l’architetto Vietti Violi si è dedicato in particolare al progetto dell’Ippodromo Parilly a Lione e ad interventi in due edifici religiosi a Valdossola e a Vogogna.


Le tribune dell’Ippodromo di Deauville in Francia.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Le Terme radioattive di Merano, planimetria generale. Scala: 1:500, Data: Novembre 1942.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetrie generali della sistemazione urbana e turistica del Lido di Venezia. Scala: 1:5000 e 1:2000.
© Archivio Ippodromi di San Siro
VIETTI VIOLI E LE ARCHITETTURE SPORTIVE

L’architetto Vietti Violi, come si è visto, si specializza sin dai primi decenni del Novecento nella progettazione di centri sportivi e ippodromi. Nel periodo storico in cui svolge la sua attività professionale lo sport e l’attività fisica assumono anche un valore simbolico e politico. Vietti Violi si trova così celebrato da riviste quali “Lo sport Fascista”, organo ufficiale del CONI, che gli dedica un intero articolo in cui vengono enunciati i suoi principi progettuali.
La competenza e la capacità progettuale di Vietti Violi vengono riconosciute anche negli anni ’50, quando la progettazione architettonica si confronta con la necessità di standardizzazione e normazione. Le sue architetture diventano così un riferimento nella letteratura specializzata, soprattutto per quanto riguarda gli ippodromi.


Palazzo dello Sport di Milano. Studio per una nuova facciata.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Vietti Violi progetta impianti sportivi in tutto il mondo, da Domodossola al Messico. A Milano, tra il 1921 e il 1923, progetta il Palazzo dello Sport (oggi conosciuto come palazzo dele Scintille) alla Fiera Campionaria, impianto pubblicato sulla rivista “Il Monitore Tecnico” e nel “Manuale dell’Architetto di Daniele Donghi del 1930.
Si tratta di una struttura in cui il Liberty e il Neobarocco, scelti per i prospetti, vengono uniti a materiali e soluzioni del tutto contemporanee come le grandi strutture in ferro-vetro sorrette da pilastri in calcestruzzo armato della cupola e delle vetrate delle grandi aperture in facciata. Per lo stesso edificio elaborerà nel 1957 degli studi per il rinnovamento delle facciate.


Prospetti
© Archivio Ippodromi di San Siro

Sezione longitudinale del Palazzo dello Sport e delle Esposizioni di Milano. Scala 0,01 P.M, Data: Giugno 1923.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Schizzo a colori di una facciata del Palazzo dello Sport e delle Esposizioni di Milano. (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

Il progetto della Piscina coperta di Milano, anch’esso ideato in calcestruzzo armato, ferro e vetro, è del 1931: l’architetto immagina il nuovo impianto come un luogo dove è possibile praticare il nuoto fino ad un livello agonistico, ma dove allo stesso tempo ci si possa rilassare nelle sale massaggio e di lettura, praticare altri sport come la scherma, pranzare nel ristorante e tenere riunioni di lavoro.
Tra il 1936 e il 1939 lavora su progetti centri sportivi in Yugoslavia e in Turchia, nel 1953 progetta una piscina coperta a Istanbul, seguendo le scelte progettuali di quella pensata per Milano.

Successivamente viene chiamato, in collaborazione con gli architetti Şinasi Şahingiray e Fazıl Aysu, a progettare lo stadio Dolmabaçe a Istanbul, lavoro che lo vedrà impegnato fino al 1955: un impianto di notevoli dimensioni, che si inseriva in un complesso sportivo con campi di calcio, campi da tennis, e campi da basket.

L’interno della piscina coperta per il Rione Centrale di Milano. (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

Pianta del piano rialzato della Piscina coperta per il Rione Centrale di Milano. Scala: 1:100, Data: Marzo 1932
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale a colori del Centro sportivo di Smederevo in Jugoslavia. Scala: 1:1000, Data: 1937.
© Archivio Ippodromi di San Siro


La piscina coperta di Istanbul.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale dello Stadio Dolmabahce di Istanbul. Scala: 1:200, Data: 19.9.1939.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Vista degli spalti dello Stadio Dolmabahce di Istanbul. .
© Archivio Ippodromi di San Siro

La presenza di Vietti Violi ad Ankara risale agli anni’30 ed è proprio in quel periodo che comincia ad occuparsi degli impianti sportivi della città. Nell’archivio sono conservati diversi disegni di stadi, concepiti, come nel caso dei centri sportivi, come luoghi in cui è possibile dedicarsi a più attività, sportive e non.


Centri sportivi.
© Archivio Ippodromi di San Siro
GLI IPPODROMI IN ITALIA

La maggior parte dei progetti di strutture sportive riguarda la realizzazione di ippodromi. L’insieme di disegni miscellanei di strutture realizzate in Italia raccontano, da una parte, l’evoluzione del linguaggio compositivo e architettonico di Vietti Violi, anche in funzione delle numerose collaborazioni con altri professionisti, e dall’altra le caratteristiche funzionali degli ippodromi, con gli elementi che mutano e quelli che rimangono costanti.


Ippodromo Sesana di Montecatini Terme. Schizzo della tabella luminosa. Variante (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro
Nel 1924 viene progettato l’ippodromo delle Capannell e, che ricorda molto nella distribuzione dei fabbricati e in parte nello stile il coevo impianto di San Siro. Ma è evidente come, in pochi anni, sia aumentata la fiducia nelle possibilità offerte dal calcestruzzo armato: la pensilina a sbalzo nella Tribuna del pesage di San Siro ha un aggetto di circa cinque metri, la pensilina delle Capannelle raggiunge i dieci metri (a Merano arriverà a 12).
© Archivio Ippodromi di San Siro

È poi interessante poter confrontare i disegni di progetto con l’opera realizzata, per individuare varianti, ripensamenti e migliorie.


Retro delle tribune dell’Ippodromo delle Capannelle di Roma. (senza data)
© Archivio Ippodromi di San Siro

Vietti Violi venne poi chiamato a realizzare il nuovo impianto a Maia Bassa a Merano: la prima struttura risaliva al 1900, e l’architetto progettò una grande struttura a scala urbana. Le tavole e le immagini non costituiscono delle serie complete, ma rispetto alle più recenti fonti bibliografiche è interessante notare come vi sia una coppia di fotografie che ritraggono tre tribune con la didascalia “il primo ippodromo di Merano. 1926-28” in cui sono evidenti le differenze con il progetto del 1936 e la successiva realizzazione.


Planimetria generale degli impianti ippici del Comune di Merano. Scala: 1:2880 (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

Viste della pista del primo Ippodromo di Merano, Paolo Vietti Violi con due uomini in visita all’impianto ippico. Data: 1926-28.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Progetto del 1936 e la successiva realizzazione.
© Archivio Ippodromi di San Siro

È del 1939 una planimetria dell’ippodromo al Prato delle Mulina alle Cascine a Firenze, risalente alla fine del XIX secolo e di proprietà della Società Fiorentina per le corse dei cavalli (facente parte della società milanese Trenno), che rappresenta la struttura nell’anno del suo rilancio. Il legame con l’arch. Vietti Violi è quindi evidente e dal 1951 al 1954 egli è incaricato dell’ammodernamento della struttura. Il progetto rende evidente un linguaggio completamente aderente alle correnti stilistiche italiane del dopoguerra e che vi sia assoluta padronanza dell’utilizzo di strutture libere in aggetto, che raggiunge i 13 metri.


Planimetria generale a colori dell’Ippodromo delle Mulina alle Cascine di Firenze. Scala 1:1000, Data: Ottobre 1939.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria dell progetto di sistemazione dl recinto tribune e ingressi dell’Ippodromo delle Mulina alle Cascine del Trotto di Firenze. Scala 1:200, Data: Novembre 1951.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Sezione trasversale a colori della tribuna con il salone dei totalizzatori dell’Ippodromo delle Mulina alle Cascine del Trotto di Firenze. Scala 1:100, Data: Novembre 1954.
© Archivio Ippodromi di San Siro
Vietti Violi viene chiamato anche per la trasformazione dell’ippodromo di Montecatini, impianto del 1916, e dal 1949 produce alcune proposte alternative (dal materiale disponibile pare almeno tre) per i fronti delle tribune, per la distribuzione in pianta e per le soluzioni tecniche degli spalti.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Varianti dellla pianta del piano terra della tribuna dell’Ippodromo Sesana di Montecatini Terme. Scala 1:200 (senza data).
© Archivio Ippodromi di San Siro

Sezione trasversale della tribuna dell’Ippodromo delle Sesana di Montecatini Terme. Scala 1:100.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Nel 1959 viene inaugurato l’ippodromo di Tor di Valle, frutto della collaborazione di un gruppo di progettisti -tra cui Vietti Violi- che studiano il progetto dal 1950. Nel progetto del 1953 la tribuna è dotata di un doppio livello di spalti, ma la soluzione poi adottata nel progetto del 1957-1959 -anche per la copertura aggettante- sarà molto differente.


Planimetria generale a colori dell’Ippodromo per Trotto e Galoppo Tor di Valle di Roma. Scala: 1:4000, Data: Agosto 1955.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Prospetti laterali della tribuna dell’Ippodromo per Trotto e Galoppo Tor di Valle di Roma. Scala: 1:200, Data: Marzo 1953.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Prospetto fronte ingressi della tribuna dell’Ippodromo per Trotto e Galoppo Tor di Valle di Roma. Scala: 1:100, Data: Marzo 1953.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Altra documentazione interessante è quella che riguarda la sistemazione  e ristrutturazione dell’ippodromo delle Bettole, impianto di fine Ottocento che era stato inaugurato nel 1911.


Planimetrie.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Relazione di progetto dell’Ippodromo delle Bettole di Varese.
© Archivio Ippodromi di San Siro
GLI IPPODROMI NEL MONDO

Nel 1933 Vietti Violi partecipa ad un concorso internazionale riguardante la città sportiva di Ankara, e in particolare per la progettazione di un ippodromo del galoppo; vince e ottiene l’incarico per l’esecuzione dell’opera.


Primi rilievi per il progetto dell’Ippodromo di Ankara in Turchia. Data: 1934.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Dell’ippodromo ci sono alcuni disegni e molte fotografie, anche della fase di cantiere.
I disegni degli ippodromi di Veli Efendi a Istanbul e di Carabobo du Valencia in Venezuela, realizzati entrambi a metà anni ’50, si differenziano l’uno per la presenza di dettagli costruttivi di elementi tecnologici, come serramenti, e l’altro per l’uso interessante del colore.


Paolo Vietti Violi su una delle tribune dell’Ippodromo di Ankara nel 1934.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Prospetto verso la pista della tribuna dell’Ippodromo di Ankara. Scala: 1:100, Data: 1955.
© Archivio Ippodromi di San Siro
Dettaglio costruttivo di una porta dei box dell’Ippodromo di Veli Efendi di Istanbul. Scala: 1:10, Data: 1957.
Dell’ippodromo di Veli Efendi vi sono molte tavole di dettaglio sia a livello di planimetria che di elementi tecnologici.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Vi sono inoltre i disegni delle facciate di alcuni degli edifici, oltre alle tribune, che compongono il complesso dell’ippodromo, come la clinica veterinaria, gli edifici dell’amministrazione, la tribuna jockey e il curioso dettaglio della torre per le riprese televisive.
Dell’impianto venezuelano vi sono delle tavole che rappresentano la distribuzione in pianta delle diverse zone di cui si compone l’ippodromo: la pianta generale, i paddock e i box del sellaggio, le stalle e il paddock di presentazione. Sono molto interessanti anche i disegni di dettaglio delle pareti di chiusura in legno dei box e del tabellone delle partenze.


Pianta e schizzo prospettico delle torretta per le riprese. Scala: 1:20, Data: 1957.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Planimetria generale a colori dell’Ippodromo di Valencia in Venezuela, paddock di presentazione. Scala: 1:100, Data: 17.7.51
© Archivio Ippodromi di San Siro

Dettaglio del tabellone di affissione delle partenze dell’Ippodromo di Valencia in Venezuela. Scala: 1:10, Data: 3.8.51.
© Archivio Ippodromi di San Siro
L’ultima opera, incompiuta, dell’arch. Vietti Violi è l’ippodromo a Parilly a Lione. I disegni sono ormai molto diversi dalle prime tavole degli anni ’20, non è cambiato solo lo stile architettonico, ma anche il segno e la modalità di rappresentazione. Le piante generali riportano sempre più dettagli tecnici e gli alzati sono caratterizzati da un segno netto e pulito, oltre che dall’uso del colore.
Planimetria generale dell’Ippodromo Parilly di Lione. Scala: 1:2000, Data: Aprile 1955.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Prospetto verso l’ingresso della Tribuna del Pesage dell’Ippodromo Parilly di Lione. Scala: 0,005 PM, Data: 15.3.1951.
© Archivio Ippodromi di San Siro

Ippodromo Parilly di Lione. Tribuna del Pesage, prospetti laterali. Scala: 0,005 PM, Data: 15.3.1961.
© Archivio Ippodromi di San Siro