Primo appuntamento del mese di maggio con le corse al trotto a La Maura: al centro del pomeriggio il Premio Pink & Black (tutte le corse della riunione erano intitolare ad alfieri della scuderia dei fratelli Miccichè), una prova a resa di metri sulla distanza del miglio. Specialista delle prove con i nastri, Attalo sfruttava al meglio la collocazione al primo nastro per ritrovare la vittoria a distanza di quasi un anno dall’ultimo successo. Grande prestazione, quella dell’allievo di Marino e Luca Lovera: se è vero che a fare l’andatura era Thiago Three, il figlio di Amigo Hall però era costantemente nel vivo ella corsa, partecipando allo strappo iniziale e poi seguendo come un’ombra lo scatenato battistrada, che dava vita ad un km in 1.12: ai 250 finali, appena richiesto dal suo interprete Attalo liquidava con estrema facilità Thiago Three e si involava perso il traguardo, a media di 1.13.5 sui 1650 metri. Thiago Three arrivava boccheggiante e così ad emergere al secondo posto era Ciel Joyeuse, che probabilmente avrebbe almeno impensierito il vincitore senza una breve incertezza nella fase iniziale che lo aveva relegato lontano dalla testa della corsa nella prima parte di gara. Trionfo dello start: sui ritmi indiavolati imposti da Thiago Three, per i penalizzati recuperare diventava impossibile.
Nel Premio Acciaio, la prova di apertura, arrivava un altro successo facile facile per D Day As: respinta al via la rivale dichiarata Deledda, l’allievo di Erik Bondo con Federico Esposito in sulky ha potuto giocare a piacimento con il cronometro per allungare sicuro in retta e concludere a media di 1.14.4 centrando il terzo successo consecutivo. Deledda ha provato lo sprint a centro pista in retta, utile però a rimontare soltanto Dayak (che si era scoperto a 1400 metri dalla fine) per il secondo posto.
Altra favorita a segno nel Premio Urgania, ma con tanta sofferenza: l’attesa Elodi’ Mabel doveva spendere 400 metri iniziali in 28 per superare l’opposizione di Elenoire Roc: la cavalla di Fausto Barelli provava l’allungo ai 400 finali ma senza riuscire a scrollarsi di dosso la rivale e Pietro Gubellini era costretto a comandarla energicamente per portare a casa il successo, a media di 1.13.2. E Elenoire Roc sarebbe probabilmente riuscita a piegare la favorita se in retta non avesse allargato vistosamente fino a terminare quasi sullo steccato esterno. Più indietro Eagle Art chiudeva al terzo posto, mentre Rouge Terre peggiorava di meccanica e sbagliava ai 600 finali quando stava provando ad avanzare sui primi.
Nel Premio Archidamia arrivava il primo successo italiano per Lady Cash As: l’austriaca allenata da Erik Bondo e guidata da Pietro Gubellini (entrambi al raddoppio) si ritrovava seconda dopo 400 metri e con 600 finali d’attacco sottometteva di forza il battistrada Dodo Degli Dei per svettare al nuovo personale, 1.13.5, mentre Dodo Degli Dei perdeva anche il secondo posto ad opera di Dream Lady.
Nel Premio Vitruvio azzeccava la fuga vincente Zola Key: con Sandro Miraglia per Diego Dallolio, il figlio di Zola Boko conquistato al comando senza strappo e andava via a tutto gas (km in 1.10.6) prendendo netto margine sui rivali: nei 400 finali l’azione si appesantiva, il portacolori della scuderia Quiriniana arrivava boccheggiante ma si salvava di una mezza lunghezza su ritorno di Cupido Cup e approfittando soprattutto dell’errore ai 100 finali di Bluff Dei Greppi che stava progredendo molto bene. Voltaire Gifont chiudeva terzo a leggero intervallo.
I 3 anni, ma di modesto livello, erano di scena anche nel Premio Hubble Effe: il favorito Eden Del Ronco doveva impegnarsi per conquistare il comando, procedeva a buon ritmo ma accusava la fatica nei 100 finali e cosi Eagle Eyes, con Lorenzo Besana in sediolo, dopo averlo pedinato lungo tutto il percorso lo coglieva in crisi e svettava a media di 1.15. Finiva in buon recupero Ellamon al terzo posto mentre sbagliava Eclisse Grif in retta quando stava finendo bene e probabilmente avrebbe lottato per il secondo posto.
Gentlemen impegnati nel Premio Colibri’ Jet, la prova di chiusura, dove il toscano Chames dei Greppi sempre in coppia con Nicola del Rosso, confermava il recente successo di Firenze: anticipato nella risalita da Cabalista, il cavallo di Roberto Biagini sfruttava al meglio la scia del rivale per scattare ai 400 finali e proporre le battute migliori in retta, per nulla infastidito dall’anticipo a pelo al termine della curva finale di Crazy Cast e l’ulteriore allargamento della rivale (provocato dal battistrada Continental Ek). Crazy Cast chiudeva seconda, mentre Clod Zl riusciva ad approfittare solo in parte dell’autostrada apertasi ai 200 finali chiudendo terzo.