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Amalaura, con Dario Vargiu in sella, si aggiudica la combattuta edizione 2022 del Premio Nogara all'Ippodromo Snai San Siro di Milano (Foto Dena - Snaitech)
Attesa per i ‘classici’ Premio Nogara e Premio Incisa della Rocchetta, sabato 20 maggio all’Ippodromo Snai San Siro protagonisti i cavalli di 3 anni
16 Maggio 2023

All’Ippodromo Snai San Siro di Milano va in scena sabato 20 maggio la 15^ giornata stagionale di galoppo che prevede, a partire da metà pomeriggio, sette corse tra cui gli attesi Premio Nogara, che ricorda la figura di Emilio ‘Mil’ Borromeo, e il Premio Mario Incisa della Rocchetta, appassionato di ippica e proprietario, insieme a Federico Tesio, della nota scuderia Dormello Olgiata. Una riunione che offre spazio ai cavalli di 3 anni in quattro prove mentre le altre tre sono appannaggio dei cavalli di 3 anni ed oltre. Ma vediamo, nello specifico, le curiosità e la genesi delle due corse clou del sabato milanese.

Il Premio Nogara, Listed Race per le femmine di 3 anni, è una corsa che si disputa sulla distanza di 1.400 metri circa in pista dritta con l’arrivo al III traguardo. È una sorta di rivincita per le cavalle che arrivano dalla Regina Elena e da qui sono quelle che andranno a correre il Royal Mars scontrandosi con le femmine anziane sui 1600 metri. A partire dal 2020 al nome della prova si affianca quello di Emilio ‘Mil’ Borromeo, noto allenatore di cavalli scomparso all’età di 64 anni nel 2019. Considerato da tutti come persona di alto spessore culturale e di educazione, Borromeo è riuscito a sfoggiare cavalli di assoluta importanza diventando uno dei protagonisti indiscussi dell’ippica italiana. Nella sua carriera ha vinto oltre 700 corse e tra queste quella più bella è stata sicuramente con De Sica, vincitore del Derby nel 2005 con Marco Monteriso in sella. L’ultima, invece, a fine 2013 con Tadam sulla pista di Grosseto. Tra le sue ‘creazioni’ si ricorda Senlis, vincitore del Premio Parioli (Gruppo III), e poi Prince Kirk vincitore di Ispahan (corsa di Gruppo I).

Il Premio Mario Incisa della Rocchetta rappresenta il tradizionale appuntamento della stagione di galoppo riservato alle femmine di 3 anni. Si corre sulla distanza dei 2.000 metri su pista grande ed è classificata come Listed Race ovvero come prova di grande rilievo che, in ordine di importanza, è collocata subito dietro alle corse di gruppo che sono quelle di massimo livello. Allo stesso tempo è il trial più importante in vista delle Oaks d’Italia del prossimo 11 giugno sempre all’Ippodromo Snai San Siro. È dedicata alla figura di Mario Incisa della Rocchetta, marchese nato a Roma nel 1889 e scomparso nel 1983 e che, oltre ad essere stato un noto agronomo, fu un grande appassionato di ippica e di galoppo in particolare. Una passione che lo vide proprietario della scuderia Dormello Olgiata (fondata con l’allevatore ed amico Federico Tesio) in cui nacque il mitico cavallo Ribot, il più famoso di tutti i tempi. La storia dei Marchesi Incisa della Rocchetta risale all’anno Mille, con l’insediamento nel Monferrato e la coltivazione della vite già nel 1300. Ma è nel secondo dopoguerra che il Marchese Mario Incisa della Rocchetta lascia il Piemonte per Bolghieri, le terre della sua sposa, Clarice della Gerardesca, discendente di uno dei casati più antichi della Toscana, quello del conte Ugolino protagonista di un canto dell’Inferno di Dante. Egli porta con sé le conoscenze di famiglia sulla viticoltura e l’amore per i vini che lo porteranno a creare il grande ‘Sassicaia’. In Piemonte, le proprietà storiche della famiglia Incisa vengono gestite dal fratello, il Marchese Oddone, e dai suoi figli mentre dal 1990 passa in mano a Donna Barbara che eredita e compra, da altri membri della famiglia, proprietà e vigne rilanciando l’attività aziendale e trasferendo le cantine dal castello ad un’altra storica proprietà nel centro di Rocchetta Tanaro. Dal 2018 ad oggi i figli, Filiberto e Francesca, continuano la tradizione di famiglia nella produzione di vini di alta qualità e di un’ospitalità unica e ricca di storia. Il Marchese Mario Incisa della Rocchetta fu anche uno dei fondatori del WWF italiano.