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Doniah solitaria sul traguardo del Jockey Club 2019 (Foto Dena - Snaitech)
Jockey Club: Donjah, lezione di tedesco
20 Ottobre 2019

Va in archivio la riunione più importante di questa parte della stagione per l’ippodromo San Siro. Sul terreno pesante, era prevedibile che la presenza degli ospiti sarebbe stata “ingombrante”, e così è stato. Le quattro prove principali hanno fatto registrare un 3-1 per le scuderie straniere, e la parte del leone l’ha fatto la scuderia tedesca Darius Racing, che grazie al trainer Henk Grewe e al jockey Clement Lecoeuvre ha firmato una doppietta pesantissima.
Seconda nel Grosser Preis Von Baden, terza nel Preis Von Europa, Donjah si presentava con titoli superiori e con i galloni di favorita nel Premio del Jockey Club, il Gr. 2 sui 2400 metri per cavalli di 3 anni e oltre. La pista ne ha confermato una superiorità schiacciante: la figlia di Teofilo ha marcato lungo il percorso quello che doveva essere il rivale più pericoloso, ovvero Chestnut Honey, ma in retta, viste le difficoltà del portacolori della Effevi, Clement Lecoeuvre ne ha presto abbandonato la scia per muovere deciso sui primi: Donjah ha risposto da cavalla di classe, e perfettamente a suo agio sul fondo faticoso, in poche battute ha raggiunto Colomano e Chasedown, li ha sorvolati e se ne è andata tranquilla verso il traguardo, tagliato con oltre quattro lunghezze di vantaggio. Di Chestnut Honey, che doveva essere la bandiera italiana, si è già accennato: i timori di Alduino Botti circa le difficoltà del 3 anni sul terreno si sono rivelati fondati, Chesnut non si è mai disteso in retta. Ha comunque difeso benissimo l’onore di scuderia Chasedown, che invece sul terreno si trova a meraviglia: il grigio è andato davanti e ha dettato il suo ritmo, a metà retta ha subito l’attacco di Colomano che lo aveva pedinato da vicino ma si è ripreso ed è uscito alla distanza, tornando prepotentemente secondo dietro l’irraggiungibile vincitrice. L’altro ospite Khan ha confermato le difficoltà di questa stagione terminando penultimo staccato, senza mai entrare nel vivo.

Costretto a “saltare” l’impegno con Do In in Rio nell’Omenoni per il ritardo del volo, Clement Lecoeuvre è arrivato in tempo per le due passerelle vittoriose. Prima del successo nel Jockey Club, il jockey francese e la connection tedesca avevano fatto le prove generali con Rubaiyat nel Gran Criterium, il Gr. 2 sui 1500 metri in pista media per cavalli di 2 anni: il puledro di Henk Grewe si presentava da imbattuto dopo tre uscite, con il biglietto da visita delle vittorie in Listed e in Gruppo 3 (sul pesante) in Patria, e in pista si è dimostrato fuori portata per i nostri: Cima Emergency e Elaire Noire lo hanno preceduto in partenza ma poco hanno potuto opporre sullo scatto devastante del portacolori della Darius Racing, che nei 300 finali si è progressivamente staccato chiudendo con 5 lunghezze di vantaggio. Un puledro dalla “faccia” importante, questo erede da Areion, che sarà dunque da monitorare con attenzione anche nella prossima stagione. Su tale considerazione, le prove di Cima Emergency, che ha chiaramente conservato il secondo posto, e di Elaire Noire possono ritenersi comunque onorevoli, mentre Sicomoro ha preceduto per il quarto Gerardino Jet.

Fortunatamente ha parlato ancora italiano il Premio Vittorio Di Capua, il Gr. 2 sui 1600 metri per cavalli di 3 anni e oltre. Nonostante il terreno, la Incolinx ha sperato il bis con Anda Muchacho, il campione in carica, al quale ha fatto da apripista Greg Pass: tutto è filato liscio sino a metà retta, dove il battistrada ha esaurito il suo compito e Anda si è presentato bello carico in prima linea, ma a mandare all’aria i piani di scuderia ci ha pensato uno strepitoso Out of Time: ultimo durante il percorso, l’allievo di Alduino Botti è progredito a larghe folate a centro pista, staccandosi in un appassionante testa a testa con il rivale nei 300 finali per prendere di forza il sopravvento, consumando così la “vendetta” sul cavallo di Nicolo’ Simondi che lo aveva preceduto a giugno nel Vittadini. Piccolo nel fisico ma dal cuore immenso, il portacolori della scuderia del Giglio Sardo ha rispolverato la progressione che gli aveva permesso di vincere il Pisa e il Parioli e che invece era un pò mancata nel Premio del Giubileo. Gli stranieri stavolta si sono dovuti inchinare: il migliore è risultato Robin of Navan, terzo dopo essere stato sempre nel vivo, davanti a Nica e Ninario; Mission Boy ha invece mollato la presa a traguardo lontano.

L’altro successo straniero è arrivato nel Premio Dormello, la prova sui 1600 metri per femmine di 2 anni da quest’anno promossa a Gr. 2. Dopo aver dominato il Coolmoore con Festive Star prendendo le misure alle nostre (e a qualche straniera, tipo Ancona), Simon Crisford stavolta ha portato a Milano l’altra sua pedina Night Colours, confidando probabilmente nella maggiore adattabilità al terreno. Una scelta rivelatasi vincente, come anche quella di confermare Fabio Branca in sella: il jockey di Dorgali ci ha messo tanto del suo nel successo della portacolori di Hussain Alabbas Lootah, successo che una strepitosa Rose Secret e Dario Vargiu hanno provato a contrastare sino in fondo. Bellissimo l’arrivo, che ha visto protagonista almeno fino ai 100 finali anche l’altra inglese Romsey, che per prima era passata ai 350 finali: alla fine sono rimaste Night Colours e Rose Secret a disputarsi la vittoria, con l’inglese che ha messo il muso davanti alla portacolori di Stefano Botti, la quale ha corso alla grandissima (e aveva pure dato l’idea di poter vincere) confermando la solidità delle sue linee. Quarta Ancona su Faccio Io, invece rimasta sul passo a metà retta.

Pronostico rispettato in pieno e podio tutto straniero anche nel Milano Jockey Club psa, il Gruppo 3 sui 1800 metri in pista media per cavalli purosangue arabo di 4 anni e oltre. Hajres era il più titolato della compagnia e l’allievo di Jean Francois Bernard ha rispettato il ruolo di favorito, anche se Olivier Peslier si è un pò complicato la vita avanzando tra i cavalli in retta e cercando un varco che si è aperto solo ai 200 finali: il grigio di Alhtoushi Emadadein, non troppo a suo agio sul terreno, è riuscito comunque a recuperare metro su metro a Ibn Gadir, che era passato ai 400 finali, e ad acciuffarlo nelle ultime battute. Ayman si è unito alla lotta e ha concluso terzo a ridosso, più indietro Aoun al quarto dopo aver fatto da apripista al compagno Ibn Gadir.

Esito a sorpresa nel Premio Omenoni, la Listed su 1000 metri per cavalli di 3 anni e oltre. The Conqueror ha provato a giocarsi le sue carte con la gradita tattica d’avanguardia: il portacolori della New Age è scattato come una molla e ha imposto frazioni micidiali, sulle quali l’atteso Sestilio Jet è sembrato presto in difficoltà costringendo Dario Vargio a sbracciarsi per tenere il contatto: non ha invece mollato un centimetro la strepitosa Buonasera (che ricordiamo vincitrice del Tudini su un terreno simile) la quale è passata ai 200 finali ma nelle ultime battute ha sentito tutto il peso di un tragitto durissimo e così a centro pista si sono materializzati Do It In Rio e Pensierieparole: la portacolori della Gestuet Celtic Hill, tra le più trascurate al betting, ha piazzato la zampata vincente con in sella un Jack Mitchell al quale vanno fatti i complimenti: chiamato a improvvisare la portacolori di Tamara Hofer (che come Clement Lecoeuvre ha “perso” la vittoria della sua allieva a causa del ritardo del volo), il jockey ha saputo fare subito centro alla prima uscita sulla pista, dimostrando di avere uno spiccato senso del traguardo. Ha stracorso anche Pensierieparole, che sul terreno preferito ha fornito il suo migliore standard acciuffando sul palo per il secondo la generosa Buonasera, mentre The Conqueror ha concluso quarto, con Wayatos e Intense Life a contatto senza troppo spazio e Sestilio Jet settimo, probabilmente pagando i tanti impegni della stagione.

Ancora maiden dopo sei corse, Aurelius in Love ha scelto l’occasione migliore per centrare il primo successo della carriera: il Premio Cambobello, Trofeo Teatro Alla Scala, la Listed sui 1800 metri in pista media per cavalli di 2 anni che potrebbero mirare al Derby il prossimo anno. Il portacolori del signor Aurelio Golino allenato Luciano Vitabile si è dimostrato adatto alla distanza: dopo essersi mantenuto a centro gruppo, è passato in vantaggio ai 300 finali e, sostenuto energicamente da un grintoso Claudio Colombi, ha risposto colpo su colpo agli attacchi di Norohna, l’unica femmina al via, a sua volta uscita promossa a pieni voti dall’esame-distanza. Non ha invece saputo onorare il ruolo di netto favorito Ranger In Paradise: il portacolori Dioscuri ha provato ad avanzare in retta ma ai 300 finali è riuscito a seguire i primi due nell’allungo conclusivo, chiudendo terzo e perdendo l’imbattibilità.

Ha chiuso lo splendido pomeriggio del Jockey Club la finale del Trofeo Leonardo Mile, l’handicap sui 1600 metri in pista media valido anche come Tris/Quartè/Quintè: dopo l’ottimo rientro, il grigio Mernicco, training di Simone Fiorentini e monta perfetta di Alessandro Fiori, ha sfruttato al meglio l’occasione e l’attitudine al terreno marcando stretto il battistrada Sharkattack per passare nel finale e sottrarsi agevolmente ai rivali. Tra questi è emerso al secondo posto Storm Shelter: Declarationoflove ha preceduto di stretta misura Determination per il terzo mentre Stundaiu ha completato il podio.